Per il progetto berlusconiano “criminali liberi” la “legge bavaglio” è solo il primo strumento. Un secondo è stato annunciato dall’on. Alfredo Mantovano, sottosegretario al ministero dell’Interno: togliere ai magistrati la direzione delle indagini per affidarle alla polizia.
Sottrarle cioè a chi “è soggetto solo alla legge” per assoggettarle a chi dipende dal governo.
Con questo uno-due il golpe-strisciante non avrà più bisogno di strisciare perché realizzato. Dall’impunità per i criminali delle cricche e delle caste, il regime potrà compiere impunemente il passo che santifica la criminalità al governo.
L’on. Mantovano ha annunciato la volontà governativa in un articolo su Il Foglio di Giuliano Ferrara che il giorno prima con un editoriale gli aveva offerto l’assist di prammatica. E l’annuncio è accompagnato da un inquietante invito “a quella parte della sinistra – oggi non particolarmente presente nel dibattito ma che pure esiste”, perché torni ai fasti dalemiani dell’inciucio, abrogando in modo bipartisan la legge del 1989 con cui il dettato costituzionale fu finalmente “implementato” e la direzione delle indagini affidate ai magistrati.
Mantovano, con l’ormai collaudata logica orwelliana del suo Capo – far dire alle parole l’opposto di quanto significano – sostiene che se le priorità sulle indagini le decide il governo la legge sarà davvero eguale per tutti. Se invece l’azione penale è in mano ai magistrati si arriverà all’obbrobrio di veder indagati, incriminati, perfino processati e Dio non voglia condannati “capi dei servizi, comandanti dei Ros, funzionari della polizia”. Al punto, aggiunge Mantovano, che “l’ex direttore dei servizi esterni ha evitato una sentenza sfavorevole solo grazie all’opposizione del segreto di Stato”. Immagino si riferisse al generale Pollari.
Eppure, senza la legge dell’89, probabilmente anche “Mani Pulite” sarebbe stata fermata sul nascere, grazie al potere dell’esecutivo sulle indagini.
E quali funzionari di polizia, dovendo obbedire al governo, avrebbero richiesto le intercettazioni che hanno svelato il putridume della P3?
E si sarebbe mai riaperto il dossier sull’assassinio di Borsellino dopo i depistaggi di coloro cui Mantovano vorrebbe oggi affidare tutte le indagini?
La verità è che a cavallo di quest’estate si gioca davvero l’esistenza della democrazia in Italia.
La “legge bavaglio”, anche con gli emendamenti migliorativi, fa da apripista.
L’unico modo per non finire nel baratro è bloccarla: tutta e subito.
PS
Non me ne voglia d’Arcais, ma ritengo che questo suo articolo, su “il Fatto Quotidiano” di oggi, debba essere letto e condiviso “il prima possibile”.